PRESENTAZIONE DEL POETA FABIO AMATO (Clicca qui per leggere il contenuto)

19.05.2012 11:38

 

Indirizzo: Via Abeti, 4 – 20152 Milano

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E-mail: amato1964@alice.it

 

Fabio Amato

(Poeta e letterato)

 

Nasce a Milano il 14 marzo 1964. Si laurea  in pedagogia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano nel marzo del 1989. Nel 1991 intraprende la professione di educatore, presso la Sacra Famiglia di Cesano Boscone in provincia di Milano.

Intorno al 2000 comincia a scrivere le prime poesie, che inizialmente sono legate a tematiche sociali o paesaggistiche, in seguito la voce si fa più intimista dando spazio alle emozioni.

Membro e Socio-d’Onore dell’Accademia Italiana del Terzo Millennio di Milano, Amato vince nel 2005 il primo premio “La natura e l’arte”. Con la poesia “Vita”. Nel 2005 gli viene assegnato il premio “Biennale di Pero” Seconda Edizione per l’opera “Sicilia”. Dicembre 2007 – gli viene dato il Gran Conferimento di: “Cavaliere nell’Arte” da parte dell’Accademia Italiana del Terzo Millennio, per alti meriti nel campo delle arti. Dicembre 2007 – Fa parte della Giuria in  qualità di critico e poeta alla terza manifestazione Interna- zionale “Biennale di Pero” per conto dell’ associazione culturale “Arte e Creatività”.

Marzo 2008 – Primo Premio “Europa Unita”  presso la Sala dell’Affresco (Cesano Boscone) Milano. Nel 2008 diventa Direttore Artistico settore “poesia-letteratura” dell’Accademia Italiana” – 2009 Gran Conferimento “Dignitario d’Arte” per l’opera Emigrante.

Nel 2006 -Pubblica per conto di OTMA edizioni l’opera poetica “Falene”

Nel 2008  -Con  OTMA edizioni  esce il suo secondo libro “Solo l’amore”

Nel 2011 – Sempre con OTMA edizione esce il suo terzo libro “ Lunula”

2010 – Febbraio gli viene Conferito da parte del Presidente del Quadrato- Gennaro Montanaro il “Gran Conferimento

Quadrato Art” Per alti meriti nel Campo della Poesia Socio/Culturale.

Giugno 2010- Primo Premio in Assoluto al Gran Trofeo Giorgio Falossi. Organizzato dagli Amici del Quadrato.

2010 – viene eletto Vice-Presidente dell’Accademia Italiana del terzo Millennio.

2011- Collabora alla realizzazione dell’Antologia poetica/pittorica l’Esagono

2011- Collabora alla realizzazione della Monografia del pittore/poeta Adriano Bottarelli.

Nel 2009 - alcune poesie vengono inserite sull’Antologia “Prove” scritti inediti a cura di Vincenzo Zollo

Nel 2011- sull’Antologia  “L’integrazione culturale per un mondo migliore” a cura di Guàman Allende.

Giugno 2011-  esce un suo articolo sul periodico FUTURAMENTE  di Maurizio Calò. “L’educatore, questo professionista sconosciuto”

Nel 2008 – ha creato il concorso letterario “Sacra Famiglia” con la finalità di far conoscere la realtà della disabilità al maggior numero di persone. Il concorso è arrivato alla quarta edizione.

Le sue poesie sono una canto d’amore e di speranza per la povera gente, gli umili, i sofferenti.

Tocca con le sue liriche, temi e aspetti sociali con grande trasporto e passione.

Un poeta attento al nostro vivere quotidiano, con le sue ansie, amori, gioie, dolori, frustrazioni.

E’ riuscito con le sue opere a raccontare i misteri dell’esistenza, lo ha fatto con grande passione ed emozionalità cogliendo l’essenza del pensiero umano in una sintesi profonda ed esistenziale di grande impatto.

Ha dato vita e emozioni a parole come Speranza, Amore,Mamma.

Alcune sue poesie sono come il canto dell’usignolo, ci richiamano al piacere del suono e della melodia, altre ci  scuotono e ci  fanno riflettere  come l’opera l’Urlo della terra…”L’urlo della terra/Vive/Tra le tempeste/e il silenzio del mare.”

Il Poeta  racchiude in queste poche righe l’immensità del suo pensiero.

Questo è Fabio Amato “poeta tra la gente”.

 

Walter Venanzio

 

 

A sinistra il Maestro Gennaro Montanaro con il poeta Fabio Amato con

i suoi tre libri di poesie - pubblicati per conto di OTMA Edizioni

 

Solitudine

 

Inscatolati
nel ventre
della terra
corriamo,spintonandoci
come solitarie monadi,
deflagriamo
le nostre solitudini
lungo cunicoli
senza contorni,
le nostre coscienze,
coni d'ombra
filo spinato dell'anima

 

 

Quando lessi la poesia del Dott. Amato, mi stavo preparando a lasciare l’Italia per la Bosnia Erzegovina. Lungo cunicoli/senza contorni,/le nostre coscienze,/coni d'ombra filo spinato dell'anima … Versi che accompagnarono la mia visita a Srebrenica. Mi chiesi se per conoscere l’angoscia si ha davvero bisogno di calpestare i giardini dello sterminio o se questi possano essere evitati e fatti tacere nelle loro voci di solitudine prima che divengano aspre e regolate dalla quotidianità. Solitudine ricorda alle orecchie poco allenate di ogni lettore il canone di The Waste land di Thomas Stearns Eliot. Una guerra aveva preceduto il poema del poeta statunitense naturalizzato britannico, una guerra aveva preceduto i miei studi, ma quale conflitto ha preceduto le riflessioni di Amato? Fabio Amato lavora nel sociale, stringe le mani e accompagna il sorriso alla vita di tutti i giorni di quelli che la normalità definisce “pazzi”. Il tempo si ferma quando ciò che ritenevamo importante svanisce in un battito d’ali di una farfalla. Ogni ragione e ogni sentimento creduto reale divengono idoli scaduti di un mondo che ha materializzato e mercificato l’essenza umana, definendola di volta in volta secondo i canoni del lavoro, delle mode e delle richieste crescenti dei mercati, dimezzando il tempo che l’uomo concede a se stesso e alla condivisione. “Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso”scrive John Donne, è di per sé bisognoso di auto rigenerarsi nel divenire dell’intersoggettività che il mondo moderno ha in parte scalfito. Il correre violento verso nuovi lidi, quali il lavoro, l’economia del corpo, certamente non sono nella loro interezza negative. Il lavoro, ad esempio, dà sussistenza (qualora sia equamente distribuito), ma non è l’unica ancora che definisce l’uomo giacché tale. Anzi!Attribuendo un’identità univoca, l’uomo perde le sue differenti capacità e doti, terminando il percorso in una visione solitaria e atomica. Ecco la deflagrazione, ecco i cunicoli, meandri dove l’abisso del dimenticato essere si è trasformato in avere. Lo sconvolgimento dell’immane strage della prima guerra mondiale che ha reso desolata la terra di Eliot si ripercuote nel più crudo immaginario di un uomo che da fine, diviene strumento e lentamente, nella risata del benessere isterico dell’accumulazione materiale, nella lotta contro il tempo e gli spazi da parte della tecnologia, che rende gli uomini moderni superiori agli antichi, è memoria di un momento la solidarietà globale che nei versi d’un poeta diventa filo spinato dell’anima.

Solo chi si isola da se stesso e dal prossimo è veramente solo. (Nicola Abbagnano)

Emy Mercuri